Il Nevado de Huascaran, al nord di Lima, porta orgogliosamente la sua testa incoronata di nevi eterne

Il Nevado de Huascaran, al nord di Lima, porta orgogliosamente la sua testa incoronata di nevi eterne e spesso incappucciata da nebbie. È visibile fin dall'Oceano Pa­cifico, come un profilo di 6.768 metri erto al di sopra di colline bian­cheggianti dell'avanpaese. Punto culminante del massiccio della Cordigliera Bianca, 29 cime delle quali superano i 6000.

Lo Huascaran è stato esplorato per la prima volta nel 1903 dall'inglese Henoch al quale nel 1908 succedette la giornalista americana Annic Peck che lo scalò dalla parete nord. L'ascensione della parete sud (la più alta), è stata realizzata soltanto nel 1932 da un gruppo di alpinisti austriaci e tedeschi.

Il Huascarán è un vulcano estinto del Perù centroccidentale, situato nella sezione settentrionale delle Ande. Con i suoi 6.768 m d’altezza, il vulcano è la vetta principale del paese, nonché il punto culminante della Cordigliera Occidentale. Il massiccio granitico, noto anche con il nome di Nevado de Huascarán, sorge nel cuore del Parco nazionale di Huascarán, creato nel 1975 e dichiarato nel 1985 Patrimonio dell'Umanità dall’UNESCO. Nel 1962 una rovinosa valanga distaccatasi dalle pendici del vulcano provocò la morte di 3500 persone, mentre nel 1970 furono circa 20.000 le vittime della valanga di neve e fango originatasi da un movimento tellurico, che distrusse la sottostante cittadina di Yungay.

Si distinguono due vette dell'Huascarán: la più alta, detta Huascarán Sud, è separata dal colle della Garganta dall'Huascarán Nord, che raggiunge i 6.655 m.

Il nome proviene dal quechua waskha (catena) e ran (montagna rocciosa) quindi significherebbe "catena di montagne". Ci sono varie leggende sull'origine del nome, però la piu verosimile è quella che "l'inca Huayna Cápac passando per Yungay le diede il nome del suo figlio primogenito Huáscar alla più alta e bella montagna" per quanto Huascarán vuol dire anche "la montagna di Huáscar". La montagna ha dato il nome al Parco nazionale dell'Huascarán.

Nel 1970, il terremoto di Ancash causò il distacco di un grande pezzo di ghiacciaio, neve e pietre, della vetta Nord suscitando la totale scomparsa della città di Yungay, dove morirono più di 20.000 abitanti. Il terremoto arrecò gravi danni a molte città, da Huacho nella regione di Lima, fino a Trujillo nella regione di La Libertad.

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Cresta sud

L'Huascaran è la montagna più alta del Perù ed è tra le più alte delle Ande. Si trova nella Cordillera Blanca, una catena di bellissime ed impervie vette di ghiaccio. Presenta due cime ben distinte: la cumbre Sur (6768 m) più alta ma tecnicamente più facile, ed appunto la Norte (6654 m.), separate dall'ampia sella glaciale della Garganta (6000 m) spazzata in continuazione da venti gelidi e fortissimi, che rappresentano una delle maggiori insidie dell'ascensione. Nel 1975 è stato istituito il Parco Nazionale dell'Huascaran per proteggere la zona dallo sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali, oltre che per regolare trekking ed ascensioni. La via normale per la Garganta e la cresta sud si svolge dapprima per sentieri e tracce tra detriti morenici quindi, raggiunto il ghiacciaio a 5000 metri, interamente su neve e ghiaccio con seri problemi di crepacci nel tratto della "canaleta" tra il campo I e la Garganta, dove si possono trovare brevi passaggi su ghiaccio molto ripido. La stagione migliore per compiere l'ascensione è il secco inverno andino, corrispondente ai nostri mesi estivi di luglio e agosto.
Difficoltà: AD- ( II / 45° )
Dislivello: 3650m
Tempo: 6/7 giorni

Da Musho (3050 m.), raggiunto con jeep o mini-bus dalla città di Huaraz, si sale attraverso splendide piantagioni di eucalipto sino a raggiungere una zona dove la vegetazione si fa meno fiorente; da qui, anzichè seguire la larga mulattiera riservata ad asini e cavalli, si segue il ripido sentierino che sale più diretto sino a raggiungere una grande pietra circondata dalla vegetazione, da dove si gode un bel panorama e dove di solito si sosta. Ora il sentiero sale meno ripido sino a raggiungere una costola, risalendo la quale, con un ultimo traverso verso destra, si raggiunge il luogo dove sorge il campo base (4200 m, da Musho 3h-4h).

Dal campo base si risalgono delle roccette (ometti segnavia) sino a raggiungere una traccia che a tratti sparisce tra i lastroni rocciosi levigati dall'azione del ghiacciaio, che vanno risaliti con qualche passaggio di facile arrampicata, attraversando alcuni ruscelli glaciali (ometti sempre ben visibili) sino a raggiungere un sentiero ben definito che porta al refugio Huascaran (4750 m.), poco oltre il quale in direzione del ghiacciaio è situato il campo Morrena (4800 m, dal campo base 2h-3h).

Prima di proseguire verso il campo I, normalmente, si ridiscende per una notte al campo base per migliorare l'acclimatazione. Dal campo Morrena, si risale per sfasciumi e grossi blocchi morenici verso il sovrastante ghiacciaio (ometti), che viene raggiunto a quota 5000 metri. Il passaggio dalla morena al ghiacciaio può presentare un tratto di ghiaccio un po' ripido, ma poi il percorso diventa una passeggiata su pendenze irrilevanti e con pochi ed innoqui crepacci, sino a raggiungere le piazzuole nella neve del campo I (5250 m, dal campo Morrena 2h-3h).

Dal campo I si deve affrontare la parte più pericolosa dell'ascensione; è consigliabile una partenza mattutina di buon ora. Si inizia risalendo su pendii non troppo ripidi cominciando ad aggirare i crepacci più grossi, sino ad entrare nella "canaleta", una parte del ghiacciaio ripida e percorsa da numerosi ed insidiosi crepacci, che a volte vanno aggirati su ghiaccio ripido, a volte superati direttamente sfruttando degli affilati e precari ponti composti da lame di ghiaccio: in questo tratto la pendenza è mediamente sui 40°, ma per superare un paio di crepaccioni si devono affrontare dei brevi muri molto più ripidi. Al termine della rampa si taglia verso sinistra attraversando a mezza costa, con brevi risalite, in direzione della Garganta; questo tratto è minacciato dai seracchi della soprastante parete ovest dell'Huascaran Sur. Raggiunti i pendii più aperti che portano alla Garganta, si arriva al campo II posto qualche decina di metri sotto al colle (5950 m, dal campo I 4h-5h).

Dal campo II (in vista della discesa è sempre bene partire presto) aggirati dei grossi crepacci, si è in breve alla Garganta; da qui si volge a sinistra per attaccare il pendio nevoso dell'Huascaran Norte che porta alla cresta sud. La salita (in genere tracciata e segnalata con aste) inizia subito piuttosto ripida (45°) poi, raggiunta verso sinistra una spalla nevosa, l'inclinazione diminuisce leggermente, per poi aumentare di nuovo sino a raggiungere la cresta sud, seguendo la quale si giunge in vetta (6654 m, dal campo II 4h-5h).
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In discesa bisogna prestare attenzione ai tratti ripidi sopra alla Garganta; raggiunto il campo II, se si è stati sufficentemente rapidi e le condizioni fisiche lo permettono, conviene scendere direttamente almeno sino al campo I (massima attenzione alle cadute di ghiaccio dall'Huscaran Sur ed ai crepacci della "canaleta") se non al campo Morrena, per poi guadagnare il campo base il giorno successivo.


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