Il Popocalepetl, imponente catena montuosa messicana
Il Popocalepetl, seconda cima del Messico, forma con l'Ixtaxihuatl una imponente catena montuosa. La leggenda racconta che questi due vulcani erano due amanti che furono mutati in montagne perché sgraditi agli dèi. La ragazza, Ixtaxihuatl, perì, ma l'uomo, Popocatepetl, sopravvisse e nella sua interminabile agonia scuote periodicamente la terra e lascia sfuggire singhiozzi che corrispondono alle eruzioni.
Nel 1519, Cortes avrebbe incontrato sui fianchi del vulcano un inviato di Montezuma incaricato di dissuaderlo dall'assediare Tenochtitlan (Messico). Ma il conquistatore, lungi dal rinunciare ai suoi progetti, utilizzò lo zolfo contenuto nel cratere del Popocatepetl per fabbricare polvere da sparo e devastò la città degli Aztechi.
Il Popocatépetl (5.452 metri), è un vulcano in attività, situato nella regione di Puebla, in Messico. Il vulcano si trova a 70 km a sudest di Città del Messico e solo 45 km a ovest della città di Puebla.
Il suo nome, che in lingua nahuatl significa "montagna (tepētl) che emette vapore (popōca)", è dovuto alla sua continua attività, fin dai tempi dell'epoca precolombiana.
Il Popocatépetl ha una forma conica simmetrica, con ghiacciai perenni vicino al cratere, sulla cima della montagna. È il secondo vulcano più alto del Messico, con un'altezza massima di 5.465 metri sul livello del mare, secondo solamente ai 5.700 metri del Citlaltepetl (o "Pico de Orizaba").
Il Popocatépetl, conosciuto anche come Popo o Don Goyo, è uno dei vulcani più attivi del Messico. Dal 1354 sono state registrate 18 eruzioni. Attualmente la sua attività è moderata, ma costante, con emissioni di fumarole, composte da gas e da vapore acqueo, e da repentine e impreviste eruzioni minori di ceneri e materiale vulcanico. L'ultima eruzione violenta del vulcano fu registrata nel dicembre del 2000.
Mitologia
Il volcán, durante l'epoca precolombiana, era una divinità azteca destinataria di un culto esclusivo. Al giorno d'oggi il culto sopravvive in forma minoritaria o simbolica; i guardiani del vulcano vengono chiamati "temperos del vulcano Popocatépetl", e ad esso si riferiscono come Don Goyo o Serafín, personificandolo come un'indigena.
I temperos fanno parte delle comunità che popolano le pendici del vulcano e assicurano di poter comunicare con esso dopo un'esperienza che li ha portati vicino alla morte, come l'essere stati colpiti da un fulmine o per aver sofferto di una malattia terminale.
I temperos celebrano riti nei santuari consacrati a Popocatépetl, che si trovano tra le piantagioni e le zone boscose alle pendici del vulcano, per invocare la benedizione della pioggia, così come la protezione del dio per i raccolti.
La leggenda di Popocatépetl e Iztaccíhuatl
Nella mitologia azteca, Popocatépetl era un guerriero che amava Iztaccíhuatl. Il padre di Iztaccíhuatl lo mandò in guerra, ad Oaxaca, promettendogli sua figlia in sposa al suo ritorno (cosa che il padre di Iztaccíhuatl pensava non sarebbe avvenuta). A Iztaccíhuatl venne detto che il suo amore era stato ucciso e lei morì dal dolore. Quando Popocatépetl ritornò e seppe di averla perduta, morì di dolore anche lui. Gli dei li coprirono di una pioggia di stelle e li trasformarono in vulcani. La montagna Iztaccíhuatl venne chiamata "La donna addormentata" perché ha le sembianze di una donna sdraiata sulla schiena. Lui divenne il vulcano Popocatépetl, che faceva piovere fuoco sulla Terra con furia per la rabbia di aver perduto la propria amata.
Tornato in attività nel 1994, ieri ha emesso una spettacolare fumarola di vapore acqueo e ceneri che ha raggiunto gli 8 km di altezza ed è visibile anche da Puebla, ad alcune decine di km di distanza e nel cui Stato si trova.
"E' la fumarola più alta degli ultimi sette anni" ha dichiarato Ramón Peña, direttore del Piano Operativo Popocatépetl, secondo il quale il fenomeno non rappresenta comunque un pericolo, anche se, per sicurezza l'esercito messicano, ha cinto il vulcano e impedisce l'accesso in un raggio di 12 km.
La pioggia di cenere cade nello stesso vulcano, ma il vento potrebbe portarla nelle cittadine vicine e fino alla stessa Puebla. Città del Messico, dall'altra parte della valle e a 60 km di distanza, per ora non è toccata dall'attività del Popocatépetl che, con i suoi 5452 metri d'altezza, è uno dei vulcani più alti della valle della capitale e del Messico.
Nel 1994 i monasteri costruiti sulle sue pendici all'inizio del XVI secolo furono dichiarati Patrimonio dell'umanità dall'UNESCO.
Nel 1519, Cortes avrebbe incontrato sui fianchi del vulcano un inviato di Montezuma incaricato di dissuaderlo dall'assediare Tenochtitlan (Messico). Ma il conquistatore, lungi dal rinunciare ai suoi progetti, utilizzò lo zolfo contenuto nel cratere del Popocatepetl per fabbricare polvere da sparo e devastò la città degli Aztechi.
Il Popocatépetl (5.452 metri), è un vulcano in attività, situato nella regione di Puebla, in Messico. Il vulcano si trova a 70 km a sudest di Città del Messico e solo 45 km a ovest della città di Puebla.
Il suo nome, che in lingua nahuatl significa "montagna (tepētl) che emette vapore (popōca)", è dovuto alla sua continua attività, fin dai tempi dell'epoca precolombiana.
Il Popocatépetl ha una forma conica simmetrica, con ghiacciai perenni vicino al cratere, sulla cima della montagna. È il secondo vulcano più alto del Messico, con un'altezza massima di 5.465 metri sul livello del mare, secondo solamente ai 5.700 metri del Citlaltepetl (o "Pico de Orizaba").
Il Popocatépetl, conosciuto anche come Popo o Don Goyo, è uno dei vulcani più attivi del Messico. Dal 1354 sono state registrate 18 eruzioni. Attualmente la sua attività è moderata, ma costante, con emissioni di fumarole, composte da gas e da vapore acqueo, e da repentine e impreviste eruzioni minori di ceneri e materiale vulcanico. L'ultima eruzione violenta del vulcano fu registrata nel dicembre del 2000.
Mitologia
Il volcán, durante l'epoca precolombiana, era una divinità azteca destinataria di un culto esclusivo. Al giorno d'oggi il culto sopravvive in forma minoritaria o simbolica; i guardiani del vulcano vengono chiamati "temperos del vulcano Popocatépetl", e ad esso si riferiscono come Don Goyo o Serafín, personificandolo come un'indigena.
I temperos fanno parte delle comunità che popolano le pendici del vulcano e assicurano di poter comunicare con esso dopo un'esperienza che li ha portati vicino alla morte, come l'essere stati colpiti da un fulmine o per aver sofferto di una malattia terminale.
I temperos celebrano riti nei santuari consacrati a Popocatépetl, che si trovano tra le piantagioni e le zone boscose alle pendici del vulcano, per invocare la benedizione della pioggia, così come la protezione del dio per i raccolti.
La leggenda di Popocatépetl e Iztaccíhuatl
Nella mitologia azteca, Popocatépetl era un guerriero che amava Iztaccíhuatl. Il padre di Iztaccíhuatl lo mandò in guerra, ad Oaxaca, promettendogli sua figlia in sposa al suo ritorno (cosa che il padre di Iztaccíhuatl pensava non sarebbe avvenuta). A Iztaccíhuatl venne detto che il suo amore era stato ucciso e lei morì dal dolore. Quando Popocatépetl ritornò e seppe di averla perduta, morì di dolore anche lui. Gli dei li coprirono di una pioggia di stelle e li trasformarono in vulcani. La montagna Iztaccíhuatl venne chiamata "La donna addormentata" perché ha le sembianze di una donna sdraiata sulla schiena. Lui divenne il vulcano Popocatépetl, che faceva piovere fuoco sulla Terra con furia per la rabbia di aver perduto la propria amata.
Tornato in attività nel 1994, ieri ha emesso una spettacolare fumarola di vapore acqueo e ceneri che ha raggiunto gli 8 km di altezza ed è visibile anche da Puebla, ad alcune decine di km di distanza e nel cui Stato si trova.
"E' la fumarola più alta degli ultimi sette anni" ha dichiarato Ramón Peña, direttore del Piano Operativo Popocatépetl, secondo il quale il fenomeno non rappresenta comunque un pericolo, anche se, per sicurezza l'esercito messicano, ha cinto il vulcano e impedisce l'accesso in un raggio di 12 km.
La pioggia di cenere cade nello stesso vulcano, ma il vento potrebbe portarla nelle cittadine vicine e fino alla stessa Puebla. Città del Messico, dall'altra parte della valle e a 60 km di distanza, per ora non è toccata dall'attività del Popocatépetl che, con i suoi 5452 metri d'altezza, è uno dei vulcani più alti della valle della capitale e del Messico.
Nel 1994 i monasteri costruiti sulle sue pendici all'inizio del XVI secolo furono dichiarati Patrimonio dell'umanità dall'UNESCO.
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