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Visualizzazione dei post da luglio, 2010

Il deserto del Negev, scatola di sabbia e di sogni, l’ultima versione della fantasia scientifica israeliana sul futuro.

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Il deserto del Negev è una regione che si trova nella parte meridionale dello stato d'Israele. Ha la forma di un triangolo isoscele rovesciato, della superficie di circa 13.000 km², con il vertice nel Mar Rosso, confinante ad est con la Giordania, ad ovest con l'Egitto e a nord con la striscia di Gaza (estremo nord-ovest), le regioni centrali israeliane, ed il mar Morto (estremo nord-est). Considerato come una risorsa dal Sionismo storico, il Negev è stato oggetto di sviluppo a partire dalla fondazione dello Stato di Israele, con l'insediamento di industrie chimiche a Be'er Sheva, Sdom, Ramat Hovav e Zin, e di sviluppo agricolo lungo la valle dell'Arava che congiunge la depressione del Mar Morto con la costa del Mar Rosso. Anticamente fu sede delle miniere di rame di Timna, risalenti al periodo del Regno di Israele e oggi meta turistica. L'oculata politica di sfruttamento delle acque ha consentito la creazione di insediamenti agricoli anche in zone aride. Ne è e

10 specie animali nel mondo a rischio di estinzione.

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Nell'anno della biodiversità, prendendo anche spunto dal rapporto della Wildlife Conservation Society, che punta i riflettori su mammiferi, anfibi, rettili e uccelli considerati “a rischio critico” dalla IUCN, l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, abbiamo voluto stilare una triste classifica delle specie animali nel mondo che rischiano l'estinzione in pochi anni per via della deforestazione e la conseguente perdita degli habitat unitamente all’inquinamento, sia industriale che agricolo. L'Italia rischia di veder scomparire ben 266 specie considerate dagli esperti internazionali sull'orlo dell'estinzione o già estinte come ad esempio l'avvoltoio monaco o il gobbo rugginoso, una bellissima anatra dal becco turchese. Stanno per uscire dall'arca italiana molte specie marine, tra cui squali, mante, delfino comune, foca monaca, tartarughe marine, balenottera comune e decine di uccelli che frequentano i nostri laghi e stagni, tra cui an

Le sculture deperibili di Claire Morgan.

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Giovane artista irlandese che vive e lavora a Londra, ha affinato il proprio interesse per il biologico , i processi naturali , e la connotazione fisica dei materiali deperibili . Le sue opere, sono state esposte in numerose mostre personali e collettive in tutta Europa. Claire Morgan (Belfast, 1980) è una giovane artista con la passione per i materiali deperibili che assembla, a migliaia, a creare forme scultore sospese nel tempo e nello spazio. In Italia si è fatta segnalare, guadagnando il primo premio della giovane scultura della Fondazione Pomodoro di Milano, con una freccia realizzata con circa cinquemila ciliege. Ha esposto in diverse mostre personali a Belfast e a Londra. Nel 2004 ha vinto la borsa di studio annuale e il Roy Noakes Award della Royal British Society of Sculptors. Vive tra Newcastle e Londra. Le sue opere compaiono sul sito http://www.claire-morgan.co.uk fonte: Claire Morgan & L'Edicola on line Se ti è piaciuto l'a

Le migliori foto di National Geographic Society, Maggio 2010.

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La National Geographic Society ( NGS ), la cui sede si trova a Washington, D.C. negli Stati Uniti , è una delle più grandi istituzioni scientifiche ed educative senza profitto. I suoi interessi comprendono svariate discipline come la geografia, l'archeologia e le scienze naturali, ma anche la cura per la conservazione dell'ambiente e dei patrimoni storici, ed infine lo studio della cultura del mondo e della sua storia. Lo storico obiettivo che la National Geographic Society si è da sempre prefissato è di "incrementare e diffondere la conoscenza geografica e allo stesso tempo di promuovere la protezione della cultura dell'umanità, della storia e delle risorse naturali" - "to increase and diffuse geographic knowledge while promoting the conservation of the world's cultural, historical, and natural resources" . Il suo stesso presidente e direttore generale - CEO (chief executive officer) - dal marzo 1998, John M. Fahey, Jr. , afferma che