Il deserto del Negev, scatola di sabbia e di sogni, l’ultima versione della fantasia scientifica israeliana sul futuro.

Il deserto del Negev è una regione che si trova nella parte meridionale dello stato d'Israele.

Ha la forma di un triangolo isoscele rovesciato, della superficie di circa 13.000 km², con il vertice nel Mar Rosso, confinante ad est con la Giordania, ad ovest con l'Egitto e a nord con la striscia di Gaza (estremo nord-ovest), le regioni centrali israeliane, ed il mar Morto (estremo nord-est).

Considerato come una risorsa dal Sionismo storico, il Negev è stato oggetto di sviluppo a partire dalla fondazione dello Stato di Israele, con l'insediamento di industrie chimiche a Be'er Sheva, Sdom, Ramat Hovav e Zin, e di sviluppo agricolo lungo la valle dell'Arava che congiunge la depressione del Mar Morto con la costa del Mar Rosso.

Anticamente fu sede delle miniere di rame di Timna, risalenti al periodo del Regno di Israele e oggi meta turistica.

L'oculata politica di sfruttamento delle acque ha consentito la creazione di insediamenti agricoli anche in zone aride. Ne è esempio il kibbutz di Sde Boker, sito nel centro del Negev presso l'antica città nabatea di Avdat, che fu residenza di uno dei fondatori del moderno stato israeliano, David Ben Gurion, anche dopo il suo ritiro dalla vita politica attiva.

All'estrema punta meridionale della regione, prospiciente il Mar Rosso, si trova la citta portuale di Eilat.

Nonostante ciò, il Negev ha avuto la sua parte di storia: Abramo scelse di porre la sua casa a Be’er Sheva nei luoghi prescelti dai carovanieri nabatei durante il commercio dei loro preziosi beni.

Per questa e per molte altre ragioni, il Negev è divenuto uno dei più importanti luoghi per il turismo.

Le più varie e differenti popolazioni vissero nel Negev: dalle popolazioni Nomadi come i Cananei fino ai Filistei, Edomiti, Bizantini, Nabatei per arrivare fino agli Israeliani di oggi. L’economia di queste popolazioni si basava essenzialmente sulla pastorizia e sull’agricoltura per aggiungendo poi in un secondo momento anche il commercio.

La storia dei Nabatei è particolarmente affascinante.I Nabatei erano i signori del deserto all’interno del quale stabilirono un percorso conosciuto come “La Via delle Spezie”. Carovane di cammelli attraversarono questa rotta trasportando spezie, profumi e sale dallo Yemen fino ad Est al porto della città di Gaza.


Lungo la via furono costruiti luoghi per il riposo dei carovanieri ed ancora oggi è possibile vederne la testimonianza in località come Ovdat e Mamshit.

I moderni insediamenti del Negev ebbero inizio circa 100 anni fa, quando alcune comunità scelsero di stabilirsi qui. A queste si aggiunsero altri 11 insediamenti i cui membri fondatori costruirono le prime case in una sola notte.

Dopo la fondazione dello Stato d’Israele David Ben Gurion, eletto per la prima volta come Primo Ministro d’Israele, promosse gli insediamenti nel Negev e dopo che lui stesso si stabilì nella località di Sde Boqer molti altri insediamenti si svilupparono.

Il Negev è considerato un deserto per la scarsità di precipitazioni che qui cadono ogni anno e cioè meno di 200 millimetri annuali ed è diviso in differenti regioni cominciando dalla depressione di Ber Sheva -Arad nel nord, fino alla catena montuosa nel centro ed Arava ed Eilat nel sud.

Sebbene il Negev sia arido per la maggioranza dei giorni dell’anno, le sue distese desolate ed i letti dei suoi fiumi asciutti, qui la natura è davvero sorprendente.

In inverno, nonostante la piccola quantità di acqua, il Negev è ricoperto di fiori meravigliosi, tra cui splendidi anemoni rossi.Quando vi sono forti venti essi possono causare impressionanti rigonfiamenti all’interno dei letti dei fiumi.

Oggi il Negev è la porta verso il deserto. Esso offre incantevoli angoli naturali, luoghi di carattere storico archeologico, primavere e le testimonianze di differenti composti agricoli.

Il turismo nel deserto è un settore di sviluppo e molti turisti ne esplorano le distese a piedi, in bicicletta o utilizzando ogni genere di veicolo via terra.

Il Negev è anche una scatola di sabbia e di sogni, e al mattino ci appare da lontano, sul giallo del deserto, l’ultima versione della fantasia scientifica israeliana sul futuro: una grande struttura rotonda, una specie di ombrello semirovesciato ritto su gambe di acciaio.

Vicino alla struttura rotonda ce n’è una lineare lunga come un serpente di cento metri, che concentra il sole e si muove in sintonia con esso, concentrando il suo enorme calore moltiplicato su un tubo in cui si muove un liquido che si accende di energia.

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