Nanda Devi, montagna sacra, molto venerata dagli In­diani nel cuore dell'Himalaya del Kumaon

La Nanda Devi, « Dea benedetta », culmina a 7.816 m. nel cuore dell'Himalaya del Kumaon. Giungere ai piedi di questa montagna sacra, molto venerata dagli In­diani, è di per sé un'impresa ardua, e per pene­trare nel recinto di muraglie rocciose che sem­bra vietare l'accesso alla Nanda Devi, gli alpi­nisti devono superare massicci alti 5.000 metri o risalire un ghiacciaio estremamente tormen­tato. La cima fu finalmente conquistata nel 1936 da un gruppo anglo-americano.

Il massiccio del Nanda Devi è anche un parco naturale (Nanda Devi National Park) e per il suo elevato interesse botanico e paesagistico, è entrato a far parte, dal 1992, del Patrimonio dell'umanità dell'UNESCO con il nome di Nanda Devi and Valley of Flowers National Parks. Dal 2004 è entrato a far parte della rete mondiale di riserve della biosfera.
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La morfologia del "santuario" rende molto difficile raggiungere il Nanda Devi: la prima via d'accesso all'anello montuoso venne scoperta solo nel 1934 dagli alpinisti ed esploratori inglesi Eric Shipton e Bill Tilman e passa attraverso lo stretto canyon Rishi Gorge; tutte le altre vie sono più difficoltose e si trovano ad un'altitudine molto elevata: il passo di montagna più basso è situato a 5.180 metri.

Nel 1936 la cima più alta del Nanda Devi, dopo cinquant'anni di tentativi infruttuosi, fu conquistata per la prima volta da una spedizione angloamericana guidata dal succitato Tilman e dall'alpinista e geologo inglese Noel Odell che raggiunsero la cresta meridionale della cima principale. Nel 1939 una spedizione polacca guidata da Adam Karpinski raggiunse, sempre da sud, la cima secondaria.

Le ascensioni alpinistiche subirono un'interruzione tra il 1965 e il 1974 quando il governo indiano regolò rigidamente l'accesso alla zona per coprire alcune spedizioni, avvenute tra il 1965 e il 1968, a cui avevano preso parte agenti statunitensi della CIA che avevano collocato ad alta quota dispositivi di spionaggio per monitorare eventuali test nucleari compiuti dalla Cina in Tibet. L'operazione, rimasta a lungo segreta, fu un fallimento a causa delle avverse condizione climatiche: gli strumenti, che erano alimentati con dei generatori termoelettrici a radioisotopi (RTG), vennero distrutti da una valanga. L'entità della contaminazione ambientale prodotta dalle barre di plutonio 238, che alimentavano gli RTG e che non vennero mai recuperate, non è stata ancora valutata.

Dal 1974 il Nanda Devi venne riaperto alla frequentazione regolare di escursionisti ed alpinisti indiani e stranieri. Spedizioni francesi, giapponesi e cecoslovacche si distinsero per l'apertura di nuove vie. Oltre alla via normale di salita aperta da Odell e Tilman, va menzionata anche quella aperta nel 1981 da due cordate di alpinisti cecoslovacchi (Svronal, Kadlicik, Horka; Palecek e Karafa; Rakoncaj e Sulovsky) che sale, con quattro campi alti, la cresta al centro della parete nord-orientale.

L'elevato interesse alpinistico ha, tuttavia, condotto questa zona ad un rapido declino ecologico che ha indotto il governo indiano, nel 1983, a chiudere nuovamente al turismo alpinistico tutta l'area del santuario.


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Unesco

India
Date of Inscription: 1988
Extension: 2005
Criteria: (vii)(x)
Property : 71783 ha
Buffer zone: 514286 ha
State of Uttaranchal
N30 43 0.012 E79 40 0.012
Ref: 335bis

Brief Description

Nestled high in West Himalaya, India’s Valley of Flowers National Park is renowned for its meadows of endemic alpine flowers and outstanding natural beauty. This richly diverse area is also home to rare and endangered animals, including the Asiatic black bear, snow leopard, brown bear and blue sheep. The gentle landscape of the Valley of Flowers National Park complements the rugged mountain wilderness of Nanda Devi National Park. Together they encompass a unique transition zone between the mountain ranges of the Zanskar and Great Himalaya, praised by mountaineers and botanists for over a century and in Hindu mythology for much longer.

Justification for Inscription

Criterion (vii): The Valley of Flowers is an outstandingly beautiful high-altitude Himalayan valley that has been acknowledged as such by renowned mountaineers and botanists in literature for over a century and in Hindu mythology for much longer. Its ‘gentle’ landscape, breath-takingly beautiful meadows of alpine flowers and ease of access complement the rugged, mountain wilderness for which the inner basin of Nanda Devi National Park is renowned.

Criterion (x): The Valley of Flowers is internationally important on account of its diverse alpine flora, representative of the West Himalaya biogeographic zone. The rich diversity of species reflects the valley’s location within a transition zone between the Zaskar and Great Himalaya ranges to the north and south, respectively, and between the Eastern and Western Himalaya flora. A number of plant species are internationally threatened, several have not been recorded from elsewhere in Uttaranchal and two have not been recorded in Nanda Devi National Park. The diversity of threatened species of medicinal plants is higher than has been recorded in other Indian Himalayan protected areas. The entire Nanda Devi Biosphere Reserve lies within the Western Himalayas Endemic Bird Area (EBA). Seven restricted-range bird species are endemic to this part of the EBA.

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Commenti

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