L'Etna, tra mito e leggenda è il vulcano attivo più alto del continente europeo.

L'Etna (Muncibeddu in siciliano) è un vulcano attivo che si trova sulla costa orientale della Sicilia (Italia), tra Catania e Messina.

È il vulcano attivo più alto del continente europeo e uno dei maggiori al mondo. La sua altezza varia nel tempo a causa delle sue eruzioni, ma si aggira attualmente sui 3.340 m. s.l.m.

Il suo diametro è di circa 45 chilometri.
Un tempo era noto anche come Mongibello.

Veduta del versante orientale
Veduta del versante orientale
Paese: bandiera Italia
Regione/i: Sicilia
Contea/e: {{{contea}}}
Provincia/e: Catania
Altezza: 3343 m s.l.m.
Catena:
∅ Cratere: Mongibello, 10'000 m
Prima eruzione:
Ultima eruzione: 2007
Coordinate: 37°44′00″N 15°00′00″E / 37.733334, 15.00
Nomi e significati: Etna, Mongibello, Muncibeddu in siciliano
Data prima ascensione:
Autore/i prima ascensione:
Etna (Italia)

Etna
Etna












Si invita a seguire lo schema del Progetto Montagne


Etimologia e leggende
L'Etna era conosciuto nell'età romana come Aetna, nome che fu anche attribuito alla città di Catania, che deriva dalla parola greca aitho (bruciare) o dalla parola fenicia attano. Gli Arabi chiamavano la montagna Jabal al-burkān o Jabal Aṭma ṢiqilliyyaMons Gibel per indicare il "monte Gibel", cioè la montagna Gibel, successivamente, nel Medioevo, in Mongibello.

Nel gergo delle popolazioni etnee usano chiamare l' etna semplicemente à muntagna, nel significato di montagna per antonomasia, mentre per il restante territorio non etneo con l'indicazione generica di chiana; prova tangibile della continuita con l'etimologia araba. 

Oggi il nome Mongibello indica la parte sommitale dell'Etna; l'area dei due crateri centrali, nonché i crateri sud-est e nord-est. ("vulcano" o "montagna somma della Sicilia"); questo nome fu più tardi mutato in
Le eruzioni regolari della montagna, spesso drammatiche, l'hanno reso un argomento di grande interesse per la mitologia classica e le credenze popolari; si è infatti cercato di spiegare il comportamento del vulcano tramite vari dei e giganti della leggenda romana e greca.
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L'Etna visto da sud - Belpasso, 600 metri s.l.m. Il vulcano è soggetto a continui cambiamenti morfologici dovuti all'attività dello stesso.
L'Etna visto da sud - Belpasso, 600 metri s.l.m. Il vulcano è soggetto a continui cambiamenti morfologici dovuti all'attività dello stesso.
A proposito del dio Eolo, il re dei venti, si diceva che avesse imprigionato i venti sotto le caverne dell'Etna. Secondo il poeta Eschilo, il gigante Tifone fu confinato nell'Etna e fu motivo di eruzioni. Un altro gigante, Encelado, si ribellò contro gli dei, venne ucciso e fu bruciato nell'Etna. 

Su EfestoVulcano, dio del fuoco e della metallurgia e fabbro degli dei, venne detto di aver avuto la sua fucina sotto l'Etna e di aver domato il demone del fuoco Adranos e di averlo guidato fuori dalla montagna, mentre i Ciclopi vi tenevano un'officina di forgiatura nella quale producevano le saette usate come armi da Zeus. Si supponeva che il mondo dei morti greco, Tartaro, fosse situato sotto l'Etna.
 
Su Empedocle, un importante filosofo presocratico e uomo politico greco del V secolo a.C., venne detto che si buttò nel cratere del vulcano, anche se in realtà sembra che sia morto in Grecia. Si dice che quando l'Etna eruttò nel 252, un anno dopo il martirio di Santa Agata, il popolo di Catania prese il velo rosso della Santa, rimasto intatto dalle fiamme del suo martirio, e ne invocò il nome. Si dice che a seguito di ciò l'eruzione finì e che per questo motivo i devoti invocano il suo nome contro il fuoco e lampi.

Secondo una leggenda inglese l'anima della regina Elisabetta I d'Inghilterra ora risiede nell'Etna, a causa di un patto che lei fece col diavolo in cambio del suo aiuto durante il suo regno.
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L'Etna fotografato da sud a quota 800 m.

Come tutti i vulcani l'Etna si è formato nel corso dei millenni con un processo di costruzione e distruzione iniziato intorno a 600.000 anni fa, nel Quaternario. Al suo posto si ritiene vi fosse un ampio golfo nel punto di contatto tra la zolla euro-asiatica a nord e la zolla Africana a sud, corrispondente alla catena dei monti Peloritani a settentrione e all'altopiano Ibleo a meridione. Fu proprio il colossale attrito tra le due zolle a dare origine alle prime eruzioni sottomarine di lava basaltica fluidissima con la nascita dei primi coni vulcanici, al centro del golfo primordiale detto pre-etneo. Si ritiene che tra 200 e 100.000 anni fa questi coni entrarono in una nuova fase di attività eruttiva emettendo lave di altro tipo, alcalo-basaltiche.

Il principale dei coni, che viene denominato dagli studiosi Monte Calanna, è oggi inglobato al di sotto del vulcano. Cessata l'attività di questo, circa ottantamila anni fa entrò in eruzione un nuovo complesso di coni vulcanici, detto Trifoglietto, più ad ovest del precedente, che a dispetto del grazioso nome fu un vulcano estremamente pericoloso, di tipo esplosivo, come ad esempio il Vesuvio e Vulcano delle isole Eolie, che emetteva lave di tipo molto viscoso. 

L'attività vulcanica si spostò poi ancor più ad ovest con la nascita di un ulteriore bocca vulcanica a cui vien dato il nome di Trifoglietto II. Il sistema esplose circa 64.000 anni fa dando luogo ad una tremenda eruzione che svuotò la camera magmatica, di conseguenza il complesso vulcanico collassò e diede origine all'immensa caldera detta Valle del Bove profonda mille metri e larga cinquemila. Il collasso del vulcano che con le sue eruzioni ormai aveva riempito quasi del tutto il golfo preesistente, portò ad un lungo periodo durato circa 30.000 anni in cui si alternavano fasi di effusione lavica basaltica a fasi esplosive violente con formazione di tufi e altri prodotti piroclastici; al termine del periodo, un nuovo grande cono laterale, ancora più ad ovest, entrò in attività. Era nato il Mongibello, che è quello che forma il complesso ancor oggi in attività.

Nel corso del tempo si sono avute fasi di stanca e fasi di attività eruttiva, con un collasso del Mongibello intorno a ottomila anni fa; le lave son ritornate ad essere di tipo fluido basaltico e si sono formati altri coni di cui alcuni molto recenti come la Bocca Nuova e il cratere di Nord-est. Il vulcano attuale è ricoperto inoltre di piccole bocche laterali, dette effimere, prodotte dalle varie eruzioni nel tempo. Un cono abbastanza anomalo è quello di Mojo molto a nord e decentrato, cono che entrò improvvisamente in eruzione, nel medioevo, a ridosso del villaggio abitato costringendo gli abitanti a una precipitosa fuga verso i monti.

L'attività vulcanica dell'Etna.

L'Etna è un vulcano attivo. A differenza dello Stromboli che è in perenne attività e del Vesuvio che alterna periodi di quiescenza a periodi di attività parossistica esso appare sempre sovrastato da un pennacchio di fumo. 

A periodi abbastanza ravvicinati entra in eruzione iniziando in genere con un periodo di degassamentocenere vulcanica a cui fa seguito un emissione di magma abbastanza fluido all'origine. Talvolta vi sono dei periodi di attività stromboliana che attirano folle di visitatori d'ogni parte del mondo a causa della loro spettacolarità. 

In genere le eruzioni dell'Etna pur fortemente distruttive delle cose, non lo sono per le persone se si eccettuano i casi fortuiti o di palese imprudenza come quello dell'improvvisa esplosione di massi del 1979 che uccise nove turisti e ne ferì una decina di altri avventuratisi fino al cratere ed emissione di appena spento. A memoria storica si ricordano centinaia di eruzioni di cui alcune fortemente distruttive.

Il 4 settembre del 2007, alle ore 17,30 circa, il cratere di Sud-est ha improvvisamente dato luogo ad un'eruzione spettacolare a fontana di lava dell'altezza stimata di circa 400 m.Il fenomeno eccezionale ha avuto la durata di 12 ore spegnendosi intorno alle ore 5 del 5 settembre.

Lo tsunami del VII millennio a.C.
 
È stata recentemente documentata una gigantesca frana che precipitò verso il mar Jonio circa 8000 anni a.C., demolendo circa 1/10 del cono sommitale del vulcano e provocando un immane tsunami verso il Mediterraneo orientale e sud orientale. 

Lo Stretto di Messina avrebbe invece fatto da barriera allo tsunami verso il Mediterraneo occidentale. Non è ancora chiaro se la frana sia stata provocata da un'eruzione o da un terremoto.

Le prove sono state raccolte attraverso sondaggi stratigrafici dei fondali; le coste attuali invece non manterrebbero traccia dello tsunami, a causa dell'elevazione del livello del mare seguita all'ultima deglaciazione.
La simulazione al computer dell'evento catastrofico mostra l'onda di tsunami che in 4 ore si diffonde attraverso lo Jonio - prima verso la Calabria, con onde di 40 metri, poi verso l'Albania e la Grecia occidentale, con onde di 13-15 metri, poi raggiungendo Egitto e Libia verso sud con ondate di 8-13 metri, arrivando infine alle coste più orientali del Mediterraneo (Libano, Israele - dove è attestata una traccia dell'effetto dello tsunami su insediamenti umani - e Siria) con ondate da "soli" 4 metri.

A questa catastrofe potrebbe riferirsi la memoria della distruzione di Atlantide, citata da Platone come informazione ricevuta dai sacerdoti egiziani (il che confermerebbe, per inciso, l'ipotesi della localizzazione delle Colonne d'Ercole nello Stretto di Sicilia avanzata nella ricerca di Sergio Frau).


Eruzioni notevoli in periodo storico.

 
L'eruzione più lunga a memoria storica è quella del luglio 1614. Il fenomeno durò ben dieci anni ed emise oltre un miliardo di metri cubi di lava, coprendo 21 chilometri quadrati di superficie sul versante settentrionale del vulcano. Le colate ebbero origine a quota 2550 e presentarono la caratteristica particolare di ingrottarsi ed emergere poi molto più a valle fino alla quota di 975m s.l.m. , al di sopra comunque dei centri abitati. Lo svuotamento dei condotti di ingrottamento originò tutta una serie di grotte laviche, oggi visitabili, come la Grotta del Gelo e la Grotta dei Lamponi.

Nel 1669 avvenne l'eruzione più conosciuta e distruttiva, che raggiunse e superò, dal lato occidentale, la città di Catania; ne distrusse la parte esterna fino alle mura, circondando il Castello Ursino, che sorgeva su uno sperone roccioso allungato sul mare, e superandolo creò oltre un chilometro di nuova terraferma. L'eruzione fu annunciata da un fortissimo boato e da un terremoto che distrusse Nicolosi e danneggiò Trecastagni, Pedara, Mascalucia e Gravina. Poi si aprì una enorme fenditura a partire dalla zona sommitale e, sopra Nicolosi, si iniziò l'emissione di un'enorme quantità di lava. Il gigantesco fronte lavico avanzò inesorabilmente seppellendo Malpasso, Mompilieri, Camporotondo, San Pietro Clarenza, San Giovanni Galermo (oggi frazione di Catania) e Misterbianco oltre a villaggi minori dirigendosi verso il mare. Si formarono i due coni piroclasticiMonti Rossi, a Nord di Nicolosi. L'eruzione durò 122 giorni ed emise un volume di lava di circa 950 milioni di metri cubi. che oggi sono denominati

Nel 1928, i primi di novembre, iniziò l'eruzione più distruttiva del XX secolo. Essa portò, in pochi giorni, alla distruzione della cittadina di Mascali. La colata fuoriuscì da diverse bocche laterali sul versante orientale del vulcano e minacciò anche Sant'Alfio e Nunziata.

L'eruzione del 5 Aprile del 1971 ebbe inizio a quota 3050 da una voragine dalla quale l'emissione di prodotti piroclastici formò l'attuale cono sub-terminale di Sud-est. Vennero distrutti l'osservatorio Vulcanologico e la Funivia dell'Etna. Ai primi di maggio si aprì una lunga fenditura a quota 1800m s.l.m. che raggiunse FornazzoMilo. La lava emessa fu di 75 milioni di metri cubi.


L'eruzione del 1981 ebbe inizio il 17 marzo e si rivelò abbastanza minacciosa: in appena poche ore si aprirono fenditure da quota 2550 via via fino a 1140. Le lave emesse, molto fluide, raggiunsero e tagliarono la Ferrovia Circumetnea; un braccio si arrestò appena 200 metri prima di Randazzo. Il fronte lavico tagliò la strada provinciale e la Ferrovia Taormina Randazzo delle Ferrovie dello Stato, proseguendo fino alle sponde del fiume Alcantara. Si temette un disastro ecologico per tutta la pittoresca e fertile vallata, ma la furia del vulcano si arrestò alla quota di 600m.

Il 1983 è da ricordare oltre che per la durata dell'eruzione, 131 giorni, con 100 milioni di metri cubi di lava emessi (che distrussero impianti sportivi e la funivia dell'Etna), anche per il primo tentativo al mondo di deviazione per mezzo di esplosivo della colata lavica. L'eruzione si presentava abbastanza imprevedibile, con numerosi ingrottamenti ed emersioni di lava fluida a valle, che fecero temere per i centri abitati di Ragalna, Belpasso e Nicolosi. Pur tra molte polemiche, e divergenze tra gli studiosi, vennero praticati, con notevole sacrificio date le altissime temperature che arrivavano a rovinare le punte da foratura, decine e decine di fornelli per consentire agli artificieri di immettere le cariche esplosive. 

La colata venne deviata ma il successo fu solo tecnico. L'eruzione ebbe termine ben presto.
Il 14 dicembre del 1991 ebbe inizio la più lunga eruzione del XX secolo (473 giorni), con l'apertura di una frattura eruttiva alla base del cratere di Sud-est, alle quote da 3100m a 2400m s.l.m. in direzione della Valle del Bove. L'esteso campo lavico ricoperse la zona detta del Trifoglietto e si diresse verso il Salto della Giumenta, che superò il 25 dicembre 1991 dirigendosi verso la Val Calanna. La situazione venne giudicata pericolosa per la città di Zafferana Etnea e pertanto venne messa in opera, con un vero tour de force, una strategia di contenimento concertata tra la Protezione civile e il Genio dell'Esercito. In venti giorni venne eretto un argine di venti metri d'altezza che, per due mesi, resse alla spinta del fronte lavico. La tecnica dell'erezione di barriere in terra per mezzo di lavoro ininterrotto di grandi ruspe ed escavatori a cucchiaio si è rivelata efficace anche nel tentativo di salvataggio del rifugio Sapienza nel corso dell'eruzione 2001, ed è stata oggetto di studio da parte di equipes internazionali, tra cui tecnici giapponesi.
https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgu9gzrOlbYU2YxtGpW-QGoDR4Q4UuAaTVhvh2Wil48mpM6Srtnj19axLxkNfFLHxyO6E8TRnRSlzIOsi6WnHq1CNNIzy9lvrpwM4DDhqKRtDCcHNdFPTgpx45tqvmc5QczuqVmWQai7YeP/s1600/etna11.jpg
Cronologia delle eruzioni in periodo storico.



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Colata lavica del 2002 a Linguaglossa
  • XIII secolo AC;
  • 123 a.C. - Viene distrutta la città di Catania;
  • 394 a.C. - Investì il territorio a nord di Acireale (Bosco d'Aci);
  • 475 DC;
  • 1169 - Distrutta Catania;
  • 1329 - Una parte della colata invase il territorio di Mascali mentre l'altra si spinse a nord di Acireale. Una terza colata minacciò Catania;
  • 1381 - Raggiunse Catania coprendo il porto di Ognina e seppellendo il fiume omonimo;
  • 1408 - Investì Pedara e Trecastagni;
  • 1444 - Minacciò Catania;
  • 1556 - La lava giunse fino a Linguaglossa;
  • 1603; 1609 - La lava percorse 15 chilometri verso Adernò (oggi Paternò);
  • 1614 - L'eruzione più lunga del periodo storico;
  • 1634; 1640; 1646 - Formò Monte Nero;
  • 1669 - Lava dai Monti Rossi, a nord di Nicolosi. Distrutti: Belpasso e altri tredici comuni; raggiunta e circondata Catania; creata nuova terraferma per alcuni chilometri a sud-ovest della città; scompare il fiume Amenano e il Lago di Nicito.
  • 1694; 1702; 1727; 1732; 1748; 1752; 1780; 1787;
  • 1792 - Minacciò Zafferana Etnea.
  • 1802; 1809 - in 12 giorni la lava percorse 6 chilometri;
  • 1838; 1842; 1886; 1892 - "Lunga e gravissima"; 1896;
  • 1910 - La lava minaccia da vicino Belpasso;
  • 1923; - La lava raggiunge le porte di Linguaglossa
  • 1928 - Il 2 novembre si apre una frattura sotto il cratere centrale, il 3 novembre si attiva una seconda frattura da cui viene emessa una colata che si riversa in una zona disabitata, il 5 novembre una terza frattura si apre sopra Ripa della Naca. Da qui viene emessa una colata lavica che il 6 novembre taglia la ferrovia Circumetnea e il 7 novembre raggiunge e distrugge Mascali. L'eruzione termina il 20 novembre dopo che il fronte lavico più avanzato ha raggiunto quota 25 metri sul livello del mare. Da annotare anche che in quei giorni di panico dovuto all'avanzare della lava verso le abitazioni due persone perdono la vita.
  • 1947;
  • 1950-1951 - Eruzione a nord di Milo: durò 372 giorni con l'emissione di 171 milioni di metri cubi di lava da quota 2800 e 2250 m.s.l.m. est;
  • 1971 - Dal 5 aprile al 7 maggio diverse bocche intorno a quota 3000 sul fianco del cratere di sud est. Dal 7 maggio al 12 giugno, ben 7 fessure da quota 2800 a quota 1800 nella valle del Leone. La colata che partì dalla quota più bassa, appena sopra il rifugio Citelli, spinse un imponente fronte lavico fino ai margini dell'abitato di Fornazzo (Milo);
  • 1979;
  • 1981 - L'eruzione di Randazzo, che lambì la periferia e interruppe la Circumetnea e la statale Linguaglossa-Randazzo;
  • 1983 - Il primo tentativo al mondo di deviare una colata lavica con l'uso di esplosivi;
  • 1991;
  • 1992 - L'eruzione di Zafferana, una delle più lunghe ed importanti fra quelle recenti;
  • [[2000];
  • [[2001];
  • 2002 - Grande eruzione durata dalla fine di Ottobre fino a metà Dicembre. Attivi i crateri di Bocca Nuova, Sud-Est e sul versante Nord dieci bocche effusive contigue di nuova formazione denominate La Bottoniera. Le scosse sismiche che accompagnarano l'eruzione produssero gravissimi danni ai comuni di Zafferana, Santa Venerina, Giarre, Guardia Mangano, Acireale. I danni maggiori a Santa Venerina con circa 1000 senza tetto. La cenere vulcanica giunse anche in Libia;
  • 2004 - Eruzione del cratere di Sud-Est;
  • 2006 - Nella tarda serata del 15 luglio si apre una fessura eruttiva sul fianco orientale del cratere di sud-est da cui comincia a fuoriuscire una colata che si riversa all'interno della Valle del Bove fino al 24 luglio;
  • 2006 - Il 16 novembre l'attività del cratere di sud-est aumenta, questo causa alcuni crolli del suo fianco orientale che danno vita a piccoli flussi piroclastici che avanzano per qualche centinaio di metri
  • 2007 - 4 Settembre. Eruzione del cratere di Sud-Est. Dalle 18.00 alle 5.00 del giorno dopo fuoriescono fontane di lava alte più di 400 metri. La cittadina di Giarre viene ricoperta da cenere vulcanica.

 

Turismo e ambiente

Il territorio del vulcano è tutto un mondo di ambienti differenti per morfologia e tipologia. Coltivato fino ai mille metri s.l.m. e fortemente urbanizzato sui versanti est e sud si presenta selvaggio e brullo soprattutto dal lato ovest dove dai mille metri in poi predominano le "sciare", specie nella zona di Bronte. Poco urbanizzato, ma di aspetto più dolce il versante nord con il predominio dei boschi al di sopra di Linguaglossa. Il versante est è dominato dall'aspetto inquietante della Valle del Bove sui margini della quale si inerpicano i fitti boschi. Al di sopra dei 1500 m, in inverno, è presente la neve che spesso dura fin quasi all'estate. Questa è raggiungibile agevolmente dai versanti sud e nord. Di conseguenza sull'Etna si trovavano anche due stazioni sciistiche la cui particolarità è quella di poter sciare sulla neve potendo osservare il mare. Da quella Sud del Rifugio Sapienza, nel territorio di Nicolosi, è possibile ammirare tutto il golfo di Catania e la valle del Simeto. Nelle piste a Nord, quelle di Piano Provenzana in territorio di Linguaglossa, lo scenario che si apre d'innanzi comprende Taormina e le coste della Calabria. Le piste di Nicolosi sono state danneggiate dall'eruzione dell'estate del 2001, quando una colata lavica ha distrutto la stazione d'arrivo della funivia ed il centro servizi passando a pochi metri dallo stesso "Rifugio Sapienza". Le piste di Piano Provenzana sono state colpite dalla colata dell'Autunno del 2002.

Negli anni settanta del XX secolo le piste del versante sud, Nicolosi, sono state protagoniste della "Tre giorni Internazionale dell'Etna" gara di sci alpino che vedeva alla partenza i grandi nomi dello sci alla fine delle gare della coppa del mondo.Poi con il passare degli anni e con l'avvento del professionismo esasperato in tutte le discipline sportive, questa gara non ha più avuto luogo.

L'Etna è anche meta ininterrotta delle visite di turisti interessati al vulcano e alle sue manifestazioni in virtu' del fatto che è uno dei pochi vulcani attivi al mondo ad essere a portata di mano di chiunque avendo a supporto ogni tipo di mezzo di comunicazione per raggiungerlo. Sono presenti infatti anche guide specializzate e mezzi fuoristrada che in sicurezza portano fino ai crateri sommitali. Il circondario ha caratteristiche che ne rendono le terre ottime per produzioni agricole, grazie alla particolare fertilità dei detriti vulcanici. La zona abitata giunge fino ai 900 m.s.l.m. mentre le zone coltivate e boschive vanno fin oltre i 1500 metri. Ampie parti delle sue pendici sono comprese nell'omonimo parco naturale che è meta di turisti amanti della natura e di un sano relax.

Nel dialetto catanese il vulcano è chiamato anche semplicemente 'a muntagna.
 
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Commenti

  1. Grazie... è davvero piacevole leggerti!!!

    Ti segnalo questo video sull'Etna...

    http://www.mybaggy.com/index.php?option=com_seyret&task=videodirectlink&id=184

    A presto

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  2. Grazie, gentile come al solito.
    Ho inserito il link sul blog.

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  3. Bello il tuo blog, complimenti!

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  4. Your blog keeps getting better and better! Your older articles are not as good as newer ones you have a lot more creativity and originality now keep it up!

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