La bella Italia da proteggere
Sono 43 i nostri siti riconosciuti Patrimonio universale dell'umanità e 50 quelli iscritti nella lista provvisoria. Un vero tesoro che il presidente della Commissione nazionale italiana per l'Unesco, Giovanni Puglisi, invita a tutelare e gestire meglio.
Quanto vale economicamente entrare nella lista dei siti riconosciuti dall'Unesco come Patrimonio dell'umanità?
Sicuramente molto: «Ad esempio incrementa i flussi turistici almeno del 30 per cento e questo dato comporta delle responsabilità nella tutela del sito. In altre parole una volta insignito dell'emblema Unesco, un luogo acquisisce un valore aggiunto, una visibilità maggiore che lo può però esporre a nuovi pericoli. Con ben 43 siti l'Italia detiene il primato mondiale per il maggior numero di beni iscritti nella lista del patrimonio mondiale e detiene il patrimonio culturale, monumentale e paesaggistico più importante e ricco del mondo, ma fa davvero troppo poco per meritarselo».
Il professor Giovanni Puglisi, presidente della Commissione nazionale italiana per l'Unesco non nasconde il cuore del problema: «Nel nostro paese abbiamo seri problemi di conservazione del patrimonio, mancano professionalità preparate nel campo del turismo, c'è un conflitto di competenze perenne che rende difficile capire quali siano gli interlocutori istituzionali, divisi come sono tra comuni, sovrintendenze, province, regioni, ministeri e curie».
Le Cinqueterre: un frastagliato tratto di costa della riviera ligure di levante. Patrimonio dell’umanità dal 1997
Insomma c'è un po' troppa confusione nel Belpaese, anche in quello protetto: «L'Unesco riconosce vincoli già esistenti, non ne pone di nuovi, prende un bene, lo mette in lista e lo pone in visione. Svolge un'attività di tipo etico che, di per sé, non comporta benefici né penalizzazioni. L'iscrizione nella lista serve a stimolare il senso di coscienza civile e culturale dei paesi membri e delle comunità coinvolte, che devono garantire la fruibilità di quel sito o di quel monumento a certe condizioni. Purtroppo non abbiamo una politica culturale di lungo periodo degna di questo nome. La gran parte dei siti non ha un piano di gestione per garantire e proteggere la qualità del nostro patrimonio.
Per farlo servono investimenti, risorse, competenze, infrastrutture. E abbiamo I gigantesco problema di educazione e comunicazione. I giovani non vengono abituati attraverso la scuola e l'informazione a capire l'importanza del patrimonio culturale del paese e dei luoghi dove vivono». L'unica soluzione consiste nello sviluppo di un turismo "responsabile" o "sostenibile", che si fonda su principi di giustizia sociale ed economica: attenzione per l'ambiente e le culture locali.
Centralità degli interessi della comunità ospitanti rispetto a quelli dei viaggiaci, sforzo per far ricadere i benefici economici e sociali del turismo sui territori cui sono meta di viaggi e soggiorni, adozione di comportamenti corretti da parte dei viaggiatori e di pratiche oneste da parte degli organizzatori di viaggio, pieno coinvolgimento degli operatori turistici locali e della popolazione interessata.
Crespi d’Adda, villaggio operaio di fine ‘800, lungo la riva del fiume Adda, fu realizzato dalla famiglia Crespi allo scopo di alloggiarvi i dipendenti della fabbrica tessile
Oggi questi principi sono riconosciuti dall'Unesco come il solo modo corretto per visitare i tesori del mondo, godendo della loro bellezza, ma salvaguardando la loro integrità. Intanto in corsa per diventare siti tutelati dall'Unesco ci sono almeno altri 50 siti italiani già iscritti nella lista provvisoria, e poi c'è la grande corsa per i patrimoni immateriali, le grandi tradizioni popolari legate alle professioni artigianali, come gli orafi, i gondolieri, i liutai. Insomma l'Italia da proteggere è tanta e forse varrebbe davvero la pena proteggerla meglio.
La zona archeologica di Aquileia, in provincia di Udine
Uno scorcio di Pienza, uno dei centri di maggiore importanza artistica della Val d’Orcia
La Basilica di Aquileia in provincia di Udine, insieme a Ravenna è il più importante e prestigioso sito archeologico dell’Italia settentrionale
L’abbazia di Sant’Antimo, complesso monastico fondato su un ex-voto attribuito a Carlo Magno intorno al 750 a Montalcino (Siena)
La missione dell'Unesco
L'Unesco, nata a Parigi il 4 novembre 1945, è l'organizzazione delie Nazioni Unite che si occupa di cultura, istruzione, scienze, arti. Oggi l'Unesco conta 191 Stati membri, ha sede a Parigi. L'Unesco ha sostanzialmente due scopi: quello di favorire il dialogo e lo sviluppo delle culture degli Stati membri e quello di preservare il patrimonio culturale e naturale dell'umanità. Il primo degli obbiettivi citati ha grande rilevanza nell'azione dell'organizzazione, in quanto è posta a fondamento dell'organizzazione stessa la convinzione che solo un costante dialogo interculturale e lo sviluppo della cultura, delle arti, delle scienze e dei sistemi educativi possano favorire la cooperazione tra le Nazioni, la comprensione fra i popoli e il progresso economico, la giustìzia sociale e la pace nel mondo. Il secondo obiettivo è perseguito dall'Unesco mediante l'identificazione, la protezione, la tutela e la trasmissione alle generazioni future dei beni culturali e naturali del mondo.
In base a un trattato internazionale (la Convenzione sulla Protezione del Patrimonio Mondiale Culturale e Naturale, del 1972), l'Unesco ha fino ad oggi riconosciuto 830 beni patrimonio dell'umanità (644 beni culturali, 162 beni naturali e 24 misti) in 138 Stati. Secondo la Convenzione, per patrimonio culturale si intende un monumento, un gruppo di edifici o un sito di valore storico, estetico, archeologico, scientifico, etnologico o antropologico. Il patrimonio naturale, invece, indica rilevanti caratteristiche fisiche, biologiche e geoiogiche, nonché l'habitat dì specie animali e vegetali in perìcolo e aree di particolare valore scientifico ed estetico.
Il Patrimonio rappresenta l'eredità del passato di cui noi oggi beneficiamo e che trasmettiamo alle generazioni future. I nostri patrimoni, culturali e naturali, sono fonte insostituibile di vita e di ispirazione. Luoghi cosi unici e diversi quali le selvag-ge distese dei Parco Nazionale di Serengeti in Africa Orientale, le Piramidi d'Egitto, la Grande barriera australiana e le cattedrali barocche dell'America latina costituiscono il nostro Patrimonio Mondiale. Ciò che rende eccezionale il concetto di Patrimonio Mondiale è la sua applicazione universale. I siti del Patrimonio Mondiale appartengono a tutte le popolazioni del mondo, al di là dei territori nei quali esse sono collocati.
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