'Genesi', il viaggio di Salgado sulle tracce di Darwin.
Venti foto in grande formato di Sebastiano Salgado. Le espone a Milano Forma Galleria, da mercoledì 15 maggio 2013.
Fanno parte del progetto 'Genesi', che impegna da tre anni il grande fotografo brasiliano in giro per il mondo per fotografare le poche zone incontaminate ancora rimaste, in cui gli indigeni vivono in perfetto connubio con la natura ignari dei pericoli dell'inquinamento globale.
Le foto esposte sono state scattate nelle isole Galapagos, dove Darwin elaborò la teoria dall'evoluzione, nel parco Virunga del centro Africa, dove vivono gli ultimi gorilla di montagna, nell'Oceano Atlantico, davanti alla Patagonia argentina, dove vanno a partorire le balene, nel deserto della Namibia, tra gli ultimi indio dell'Alto Xingu, nel Mato Grosso brasiliano; tra le tribù dei Dinga. nel sud del Sudan. Selgado, nato nel 1944 ad Aimores, nello stato brasiliano Minas Gerais, dopo aver lavorato per la Magnum ed altre agenzie internazionali, ha fondato, insieme alla moglie Leila Wanik, la propria agenzia Amazonas Images.
"Per fotografare gli animali ho dovuto imparare a mettermi di fronte a loro alla pari" ha spiegato il fotografo, che ha raccontato qualche aneddoto con cui è riuscito a immortalare, ad esempio, le tartaruge delle Galapagos. Accucciandosi, avvicinandosi, indietraggiando e rimanendo in silenzio ad osservare e ad aspettare. Quattro ore per entrare in confidenza con loro ed ecco gli scatti, solo dopo che l'animale ha dato il consenso andando incontro al fotografo con naturale accoglienza. Tutte le foto esposte sono in bianco e nero e raccolte in cinque diverse sezioni: il Pianeta Sud, i Santuari della Natura, l'Africa, il grande Nord, l'Amazzonia e il Pantanàl.
Un discorso a parte meritano le didascalie, quelle che spesso fanno impazzire -per avarizia di informazioni- i visitatori. In questa mostra i dati accanto ad ogni foto abbondano: si trova scritto l'anno e il luogo esatto in cui è stata scattata l'opera -una mappatura mondiale- dalla Siberia all'oceania, si leggono i nomi di popolazioni indigene mai sentite prima, si scoprono particolari che rivelano come è stato possibile realizzare lo scatto, per esempio da una mongolfiera, per non disturbare le mandrie in corsa.
Fanno parte del progetto 'Genesi', che impegna da tre anni il grande fotografo brasiliano in giro per il mondo per fotografare le poche zone incontaminate ancora rimaste, in cui gli indigeni vivono in perfetto connubio con la natura ignari dei pericoli dell'inquinamento globale.
Le foto esposte sono state scattate nelle isole Galapagos, dove Darwin elaborò la teoria dall'evoluzione, nel parco Virunga del centro Africa, dove vivono gli ultimi gorilla di montagna, nell'Oceano Atlantico, davanti alla Patagonia argentina, dove vanno a partorire le balene, nel deserto della Namibia, tra gli ultimi indio dell'Alto Xingu, nel Mato Grosso brasiliano; tra le tribù dei Dinga. nel sud del Sudan. Selgado, nato nel 1944 ad Aimores, nello stato brasiliano Minas Gerais, dopo aver lavorato per la Magnum ed altre agenzie internazionali, ha fondato, insieme alla moglie Leila Wanik, la propria agenzia Amazonas Images.
"Per fotografare gli animali ho dovuto imparare a mettermi di fronte a loro alla pari" ha spiegato il fotografo, che ha raccontato qualche aneddoto con cui è riuscito a immortalare, ad esempio, le tartaruge delle Galapagos. Accucciandosi, avvicinandosi, indietraggiando e rimanendo in silenzio ad osservare e ad aspettare. Quattro ore per entrare in confidenza con loro ed ecco gli scatti, solo dopo che l'animale ha dato il consenso andando incontro al fotografo con naturale accoglienza. Tutte le foto esposte sono in bianco e nero e raccolte in cinque diverse sezioni: il Pianeta Sud, i Santuari della Natura, l'Africa, il grande Nord, l'Amazzonia e il Pantanàl.
Un discorso a parte meritano le didascalie, quelle che spesso fanno impazzire -per avarizia di informazioni- i visitatori. In questa mostra i dati accanto ad ogni foto abbondano: si trova scritto l'anno e il luogo esatto in cui è stata scattata l'opera -una mappatura mondiale- dalla Siberia all'oceania, si leggono i nomi di popolazioni indigene mai sentite prima, si scoprono particolari che rivelano come è stato possibile realizzare lo scatto, per esempio da una mongolfiera, per non disturbare le mandrie in corsa.
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