Deserto Bianco, il vento come autore, la sabbia come scalpello, così è nata una meraviglia unica al mondo..
Il vento come autore, la sabbia come scalpello e milioni di miliardi di minuscole conchiglie come materia da plasmare. Così è nata una meraviglia unica al mondo.
Le rocce del Deserto Bianco, un area di 600 chilometri quadrati nell'Egitto occidentale, vicino al confine con la Libia.
Khamasin: è il nome del signore incontrastato del Deserto Bianco, 600 chilometri quadrati di paesaggio extraterrestre in pieno Sahara.
Si tratta di un potente vento unidirezionale che si abbatte in questa zona per circa 50 giorni all'anno, da marzo a maggio, e infatti il significato della parola araba khamasin è proprio «50».
Il Deserto Bianco è uno dei luoghi misteriosi e inaccessibili che, come spesso accade, riservano ai pochi in grado di raggiungerli meraviglie insospettabili. I beduini lo chiamano Uadi Gazar, la Valle delle Carote, per la particolare forma che hanno preso decine di speroni rocciosi modellati dall'erosione atmosferica.
Al tramonto, quando gli ultimi raggi del sole illuminano le rocce bianchissime che svettano tra la distesa ininterrotta di sabbia, più che un paesaggio extraterrestre sembra paradossalmente di osservare un ecosistema polare, vista la completa assenza di qualunque forma di vegemione.
Khamasin: è il nome del signore incontrastato del Deserto Bianco, 600 chilometri quadrati di paesaggio extraterrestre in pieno Sahara.
Si tratta di un potente vento unidirezionale che si abbatte in questa zona per circa 50 giorni all'anno, da marzo a maggio, e infatti il significato della parola araba khamasin è proprio «50».
Il Deserto Bianco è uno dei luoghi misteriosi e inaccessibili che, come spesso accade, riservano ai pochi in grado di raggiungerli meraviglie insospettabili. I beduini lo chiamano Uadi Gazar, la Valle delle Carote, per la particolare forma che hanno preso decine di speroni rocciosi modellati dall'erosione atmosferica.
Al tramonto, quando gli ultimi raggi del sole illuminano le rocce bianchissime che svettano tra la distesa ininterrotta di sabbia, più che un paesaggio extraterrestre sembra paradossalmente di osservare un ecosistema polare, vista la completa assenza di qualunque forma di vegemione.
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