Il polpo Thaumoctopus mimicus stupisce per le sue straordinarie capacità mimetiche.
Il polpo mimetico (Thaumoctopus mimicus, Norman et Hochberg 2005) è l'unica specie del genere di polpi Thaumoctopus.
Vive nei mari tropicali del Sud-Est asiatico, fu scoperto ufficialmente solo nel 1998, presso la costa di Sulawesi, in Indonesia. Popola le acque ricche di nutrienti degli estuari.
Misura fino a 60 cm di lunghezza. Il suo colore naturale è bianco a strisce marroni, molto variabile anche in pochi secondi.
Questo animale può imitare fisicamente l'aspetto e i movimenti di oltre quindici differenti creature, ivi compresi serpenti di mare, pesci leone, sogliole, stelle di mare, granchi, molluschi, meduse e anemoni[1].
Riesce a farlo contorcendo il propri corpo, nascondendone alcune parti nella sabbia e cambiando il proprio colore.
Questa specie imita la specie più opportuna per spaventare il predatore che si trova davanti, ottenendo così il massimo effetto.
Oltre a saper cambiar colore a una velocità impressionante, questo mimo dei mari asiatici, descritto scientificamente solo nel 1998, riesce anche a imitare nella forma e nel modo di muoversi diversi animali velenosi o pericolosi, tenendo così alla larga i predatori.
Se deve nuotare su un fondale sabbioso, per esempio, il Thaumoctopus fa l'imitazione della tossica sogliola pavone, riunendo le braccia intorno al corpo appiattito, assumendo una colorazione marezzata e ondeggiando a pochi centrimetri della sabbia.
Se invece deve muoversi a mezz'acqua, eccolo diventare scuro e irrigidire i tentacoli, imitando i pungiglioni del velenoso pesce leone.
Infine, se inseguito da un pesce predatore, infila la testa in un buco del fondo, accentua le strice della sua livrea e lascia uscire solo due braccia., in una convincente simulazione di un velenoso serpente marino.
Il polpo mimo è anche probabilmente l'unica specie al mondo ad aver unito le due principali categorie di mimetismo, cioè il camuffamento (assumere colori e forme che permettono di confondersi con l'ambiente) e il mimetismo battesiano (imitazione di animali pericolosi).
Il primo è la specialità di molti animali, dai camaleonti alle lepri artiche, dai gufi ai fasmidi, insetti il cui corpo imita alla perfezione ramoscelli e foglie.
Un esempio classico di mimetismo battesiano è invece quello delle farfalle sudamericane Caligo, sulle cui ali sono disegnati realistichi occhi di gufo, destinati a spaventare uccelli malintenzionati. E' anche bellissimo il travestimento da ape delle inofensive mosche sirfidi.
Vive nei mari tropicali del Sud-Est asiatico, fu scoperto ufficialmente solo nel 1998, presso la costa di Sulawesi, in Indonesia. Popola le acque ricche di nutrienti degli estuari.
Misura fino a 60 cm di lunghezza. Il suo colore naturale è bianco a strisce marroni, molto variabile anche in pochi secondi.
Questo animale può imitare fisicamente l'aspetto e i movimenti di oltre quindici differenti creature, ivi compresi serpenti di mare, pesci leone, sogliole, stelle di mare, granchi, molluschi, meduse e anemoni[1].
Riesce a farlo contorcendo il propri corpo, nascondendone alcune parti nella sabbia e cambiando il proprio colore.
Questa specie imita la specie più opportuna per spaventare il predatore che si trova davanti, ottenendo così il massimo effetto.
Oltre a saper cambiar colore a una velocità impressionante, questo mimo dei mari asiatici, descritto scientificamente solo nel 1998, riesce anche a imitare nella forma e nel modo di muoversi diversi animali velenosi o pericolosi, tenendo così alla larga i predatori.
Se deve nuotare su un fondale sabbioso, per esempio, il Thaumoctopus fa l'imitazione della tossica sogliola pavone, riunendo le braccia intorno al corpo appiattito, assumendo una colorazione marezzata e ondeggiando a pochi centrimetri della sabbia.
Se invece deve muoversi a mezz'acqua, eccolo diventare scuro e irrigidire i tentacoli, imitando i pungiglioni del velenoso pesce leone.
Infine, se inseguito da un pesce predatore, infila la testa in un buco del fondo, accentua le strice della sua livrea e lascia uscire solo due braccia., in una convincente simulazione di un velenoso serpente marino.
Il polpo mimo è anche probabilmente l'unica specie al mondo ad aver unito le due principali categorie di mimetismo, cioè il camuffamento (assumere colori e forme che permettono di confondersi con l'ambiente) e il mimetismo battesiano (imitazione di animali pericolosi).
Il primo è la specialità di molti animali, dai camaleonti alle lepri artiche, dai gufi ai fasmidi, insetti il cui corpo imita alla perfezione ramoscelli e foglie.
Un esempio classico di mimetismo battesiano è invece quello delle farfalle sudamericane Caligo, sulle cui ali sono disegnati realistichi occhi di gufo, destinati a spaventare uccelli malintenzionati. E' anche bellissimo il travestimento da ape delle inofensive mosche sirfidi.
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