Taquile, nella terra degli Incas: il silenzio che c’è, la tristezza della vita che si fa gioia.
Taquile, Lago Titicaca, 3820 metri di altitudine, tra Perù e Bolivia.
I branchi di alpaca e lama punteggiano le rive del lago, con sterminati orizzonti resi unici dalla luce, dai colori intensi, dall’aria fresca e rarefatta. Le luci e i colori degli altipiani, negli occhi un po’ tristi dei bambini… a migliaia di chilometri da casa.
Perchè siamo qui? In un mondo diverso? In un tempo diverso? Forse perchè ci illudiamo di conoscere il mondo e la gente, quando abbiamo appena iniziato a conoscere noi stessi. Non è per consumare carte geografiche, per sentirsi eroi d’avventura, per fermare il tempo e i volti sulle fotografie.
E’ per imparare ad osservare, per imparare a sentire… gli altri, la nostra anima, l’anima del mondo. Il silenzio che c’è, la tristezza della vita che si fa gioia, per “contribuire con il tuo verso alla poesia della vita”.
I branchi di alpaca e lama punteggiano le rive del lago, con sterminati orizzonti resi unici dalla luce, dai colori intensi, dall’aria fresca e rarefatta. Le luci e i colori degli altipiani, negli occhi un po’ tristi dei bambini… a migliaia di chilometri da casa.
Perchè siamo qui? In un mondo diverso? In un tempo diverso? Forse perchè ci illudiamo di conoscere il mondo e la gente, quando abbiamo appena iniziato a conoscere noi stessi. Non è per consumare carte geografiche, per sentirsi eroi d’avventura, per fermare il tempo e i volti sulle fotografie.
E’ per imparare ad osservare, per imparare a sentire… gli altri, la nostra anima, l’anima del mondo. Il silenzio che c’è, la tristezza della vita che si fa gioia, per “contribuire con il tuo verso alla poesia della vita”.
fonte: Immagini d’Italia
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