La Puna argentina, un altopiano magico che, come un gigante pigro, si sdraia tra i 3.600 e i 4.000 metri di altitudine.
Molti conoscono gli incredibili scenari del deserto di Atacama, in Cile, o del salar di Uyuni, in Bolivia, ma quasi nessuno conosce la Puna argentina, che con loro confina, ma che ha aspetti ancora più spettacolari e soprattutto regala l’incredibile privilegio dell’assoluta solitudine, intere giornate senza incrociare nessuno, rifugi di montagna senza altri ospiti oltre a te.
Elenco momenti, immagini ed emozion: la luce, innanzitutto, sempre così viva e limpida; il sentirsi così vicini al cielo, con le nuvole che salgono dal basso, all’orizzonte; l’aria frizzante, che ha un sapore diverso; l’impossibilità di abbracciare tutto l’infinito con un unico sguardo; i colori, sempre diversi, mille sfumature di nero e grigio, mille sfumature di giallo e ocra; il sole al tramonto che illumina le case di adobe del paesino di El Penon e poi accende d’oro le montagne sullo sfondo; i bambini delle Ande che giocano con una carriola arrugginita e il mio bambino, privilegiato e un po’ malatino, che li guarda con distacco; il tepore della stufa a legna, mentre fuori il vento fischia orgoglioso e il termometro segna qualche grado meno dello zero; la pista di terra, dritta verso l’infinito.
La sensazione di essere in un posto unico, di partecipare a un’avventura esclusiva.
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