Un fiore mostruoso, da sempre un mistero per i botanici.
È un fiore da non regalare… se non alla fidanzata che vi ha appena lasciato. Un metro di diametro, dieci chilli di peso e un profumo nauseabondo di marcio.
Sono queste le misure del fiore più grande del mondo, la Rafflesia arnoldii.
Rosso, a disegni screziati color panna, formato da 5 grossi petali carnosi, vive nelle foreste di Sumatra in Indonesia.
Da sempre è un mistero per i botanici. Priva di foglie e radici vive parassitando un rampicante e resta aperto soltanto 5-7 giorni.
Fortunatamente, perché emette una terribile puzza di carne marcia per attirare le mosche delle carogne (Chrysomia megacephala), che provvedono all'impollinazione.
Recentemente, analizzando il dna del fiore, se ne è stabilita l'evoluzione e si è scoperto che fa parte dell'ordine delle Malpighiaceae, insieme a violette, stelle di Natale e fiori della passione.
La Rafflesia fu scoperta per la prima volta nel 1818 nella foresta pluviale Indonesiana e possiamo classificarla tra le piante più bizzarre presenti sulla faccia della terra. Si tratta di una pianta parassita della famiglia delle Rafflesiaceae che deve il suo nome al capo della spedizione che la scoprì, Sir Thomas S. Raffles.
Essendo una pianta parassita non ha ne foglie ne radici e soprattutto non necessita di fotosintesi ed essendo appunto una pianta parassita si nutre grazie al rampicante vicino al quale cresce e affonda i suoi filamenti.
Indubbiamente questa pianta ha una caratteristica ineguagliabile, il suo fiore che può raggiungere che può raggiungere anche i tre metri e mezzo di larghezza e pesare oltre 10 Kg; è di colore rosso arancio con delle macchie bianche, unico neo di questo gigantesco fiore è che emana un cattivo odore (motivo per il quale non viene attaccata dai parassiti fungini), nel centro ha un foro che può contenere dai 6 ai 7 litri di acqua; il fiore impiega diversi mesi per raggiungere a maturazione e, una volta sbocciato, dura al massimo una settimana.
E’ una pianta molto rara e per questo considerata una specie in estinzione dovuta ai continui disboscamenti praticati in queste zone.
Questo tipo di pianta non può essere coltivata, poiché i suoi semi germinano dopo essere stati dopo essere stati digeriti da una specie particolare di roditori viventi nelle zone dove questa pianta cresce.
Un esemplare della pianta è visibile presso il Museo di Storia Naturale di Milano.
Sono queste le misure del fiore più grande del mondo, la Rafflesia arnoldii.
Rosso, a disegni screziati color panna, formato da 5 grossi petali carnosi, vive nelle foreste di Sumatra in Indonesia.
Da sempre è un mistero per i botanici. Priva di foglie e radici vive parassitando un rampicante e resta aperto soltanto 5-7 giorni.
Fortunatamente, perché emette una terribile puzza di carne marcia per attirare le mosche delle carogne (Chrysomia megacephala), che provvedono all'impollinazione.
Recentemente, analizzando il dna del fiore, se ne è stabilita l'evoluzione e si è scoperto che fa parte dell'ordine delle Malpighiaceae, insieme a violette, stelle di Natale e fiori della passione.
La Rafflesia fu scoperta per la prima volta nel 1818 nella foresta pluviale Indonesiana e possiamo classificarla tra le piante più bizzarre presenti sulla faccia della terra. Si tratta di una pianta parassita della famiglia delle Rafflesiaceae che deve il suo nome al capo della spedizione che la scoprì, Sir Thomas S. Raffles.
Essendo una pianta parassita non ha ne foglie ne radici e soprattutto non necessita di fotosintesi ed essendo appunto una pianta parassita si nutre grazie al rampicante vicino al quale cresce e affonda i suoi filamenti.
Indubbiamente questa pianta ha una caratteristica ineguagliabile, il suo fiore che può raggiungere che può raggiungere anche i tre metri e mezzo di larghezza e pesare oltre 10 Kg; è di colore rosso arancio con delle macchie bianche, unico neo di questo gigantesco fiore è che emana un cattivo odore (motivo per il quale non viene attaccata dai parassiti fungini), nel centro ha un foro che può contenere dai 6 ai 7 litri di acqua; il fiore impiega diversi mesi per raggiungere a maturazione e, una volta sbocciato, dura al massimo una settimana.
E’ una pianta molto rara e per questo considerata una specie in estinzione dovuta ai continui disboscamenti praticati in queste zone.
Questo tipo di pianta non può essere coltivata, poiché i suoi semi germinano dopo essere stati dopo essere stati digeriti da una specie particolare di roditori viventi nelle zone dove questa pianta cresce.
Un esemplare della pianta è visibile presso il Museo di Storia Naturale di Milano.
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